Arrivano da
Perth ma non sono dei canguri bensì un gruppo di ragazzi che ha mandato alle stampe uno degli esordi più interessanti degli ultimi anni in ambito rock. Per certi versi, almeno nell’uso della voce, mi sembra di sentire
J.Lennon che esce dalla tomba e decide
in acido di addolcire il nostro presente, infatti ho detto ‘rock’ inizialmente ma va specificato che i
Tame Impala si rifanno principalmente a una certa psichedelica dei ‘60, quindi è adeguato immaginare che hanno voglia di sognare in salsa lisergica, basti vedere quanto è drogata l’immagine di copertina, quanto LSD?
Sono undici i brani che vanno a comporre
innerspeaker come una squadra di calcio, il ruolo del fantasista va a
Solitude Is Bliss che è il singolo quindi la punta di diamante anche se trovo
Desire Be Desire Go una versione psichedelica dei Beatles con quel suo
mood accattivante da canticchiare, diciamo una bel centrocampista di qualità. Nel suo insieme non ci sono pezzi che mettono in secondo piano altri, è una formazione molto compatta ed equilibrata che ha in
Runway, Houses, City, Clouds una specie di summa del loro stile, qui la parola
sperimentare si ripete come un mantra. I
trip lasciano ricordi talvolta
forti talvolta
annebbiati, questo disco è nettamente più vicino ai primi senza alcun dubbio. Avere vent’anni e non sentirli, se questo è l’inizio il loro futuro potrebbe essere tra i più incisivi di sempre, ma io a vent’anni cosa facevo?
VIDEO SOLITUDE IS BLISS