Think.Side No.3

Ritornano quelli di…

Calibro 35

E’ giunto il momento di dare spazio in questa rubrica a un gruppo italiano e milanese ovvero i CALIBRO 35.
Pensando a loro mi vengono in mente i film poliziotteschi con le loro sparatorie, belle squinzie e soprattutto le Alfa Romeo Giulietta. Il loro rivisitare le colonne sonore di quei film li ha resi ancor più fantastici ai miei occhi, perchè?
Perchè hanno un gusto,una carica, uno stile che emerge soprattutto quando riempiono alcuni pezzi con quel suono rock-blues che tanto mi piace, ascoltate la rivisitazione di ‘Milano odia: la polizia non può sparare’ per comprendere per bene le mie parole. Conoscendo però la classe di E.Gabrielli & co. sapevo che non si sarebbero fermati a rivisitare, infatti in questo nuovo lavoro hanno messo insieme composizioni originali (otto su tredici pezzi) che spaziano dalla psichedelia ad una matrice jazz-blues in certe chitarre e piombando poi verso il funky.
Li sponsorizzo perchè italiani, miei concittadini e soprattutto perchè i ragazzi ci stanno dentro, assai. Nota di fondo finale: vi informo che il chitarrista della band Massimo Martellotta ha vinto il premio InSound come miglior chitarrista dell’anno in corso.
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Forgiveness rock record

Broken Social Scene

Questo è un collettivo di spessore, questo è un disco del quale non potete fregarvene, questo è l’indie rock contemporaneo più a fuoco che si possa trovare in circolazione.
Il disco è di facile lettura, si passa da pezzoni indie rock ad altri di stampo pop sognante fino a un certo suono sperimentale che vede arrivare all’orizzonte elettronica e fiati. La band è guidata e capitanata dalla combo Kevin Drew/Brendan Canning e qui siamo in buone mani, ci troviamo di fronte una di quelle band che ha realmete ‘qualcosa da dire’, per arrivare al nocciolo della questione dovrebbe bastarvi l’ascolto di ‘world sick‘ che primo è un piacere ascoltare e riascoltare secondo vi fa guadagnare tempo facendovi tralasciare quelle band che vengono etichettate come ‘new sensation’ o roba simile.
Arrivano anche loro dal Canada…strano eh? Non è che ho un debole per la scena musicale di quella nazione che ha in Toronto e Montreal gli scenari principali, è che nell’underground canadese gira roba tagliata bene.
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Before today

Ariel Pink’s Haunted Graffiti

Non so come iniziare a commentare questo artista e questo suo album, se non con uno ‘SPACCA!’.
Ariel Pink, se vogliamo collocarlo in un certo settore indiepop, è una specie di ‘crack’ che con ‘Before today’ ha spiccato il salto verso le grandi folle scremando dai suoi pezzi quel suono lo-fi troppo invadente che talvolta lasciava un po’ dubbiosi in merito a quello che sarebbe arrivato poi.
Ora è arrivato un disco che, personalmente, mi gasa un casino e che ha anche dei rimandi divertenti nei testi, si passa dai tastieroni di ‘Round & Round’ a quel post punk ‘80 che emerge in tutto il suo rumore chitarristico in ‘Butt-house Blondies’. Ascolterei questo pezzo all’infinito e dovrebbe bastarvi quell’attacco di elettrica che lo introduce per mandarvi ai pazzi nella vostra cameretta inscenando un improbabile solo di ‘air guitar’.
D’ora in poi dal fantasy-psych di ariel pink mi aspetto quelle virate-pazzia che tanto fanno sbrodolare. E comunque ti avviso Ariel Pink: non bussare mai alla mia porta! (questa la capirete solo ascoltando il disco).
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