Think.Side No.1

Inauguro oggi una nuova rubrica curata dal mio pusher di fiducia. Ogni venerdì si rinnoverà l’appuntamento con nuove recensioni…ovviamente se avete suggerimenti e altra merce di scambio, vi rimando ai commenti. Enjoy the week-end!
– Luca –

Omega

Robert Hood

Se tra i vari generi musicali etichettati con termini sempre più bizzarri il vostro preferito è quello denominato “TECHNO” tirate un bel respiro e sparatevi a volume altissimo Omega di Robert Hood. Omega è composto da beat di una potenza lacerante ma propone anche il classico suono plasticoso che tanto ci piace e attenzione in alcune tracce il nostro non si dimentica delle radici funk che lo hanno caratterizzato agli inizi e quindi cosa fa? Con una precisione chirurgica ci mette dentro pure dei groove che danno quel tocco in più che non guasta affatto.
Passo e chiudo con una info sul disco, Hood ha tratto ispirazione per comporre Omega dal libro “I’m A Legend” dello scrittore Richard Matheson.

The Suburbs

Arcade Fire

Talvolta in ambito indie rock escono delle band che pare abbiano una storia da scrivere ma il destino è crudele il secondo o terzo album è la loro tomba per assurdo costruita con le loro stesse mani. Questo non è il caso degli Arcade Fire! Che gruppo con la cazzimma questi canadesi, escono nell’attesa più spessa possibile con critici pronti a decretare la loro fine e invece mettono sul banco il loro disco più compiuto, più stratificato, più caratterizzante, maturo? No dai è roba da riccardoni quella. Io all’ascolto della title-track ho avuto una specie di catarsi e ho decretato “questo è uno dei pezzi della vita”! E ci credo tutt’ora a questa cosa.
Potrete sentire traccia dopo traccia questa fantastica ensemble canadese che omaggia a suon di pezzi favolosi artisti come Televison, David Bowie, Blondie, Talking Heads, vi pare poco?
Disco irrinunciabile, ad alta densità pop/rock talmente riuscito da affondare fino alle radici dei suddetti generi.

Lasted

Benoit Pioulard

Non so voi ma aspetto con trepidazione l’autunno, conoscete no?
Il freddo in arrivo, le foglie che abbandonano gli alberi e mutano da verdi in gialle. L’attesa è ancora lunga ma io gioco d’anticipo e vi propongo il nuovo studio album di Thomas Meluch aka Benoit Pioulard come dire roba da “autunno peso”. Il disco parte con la strumentale “Purse Discusses” il rumore della pioggia il traffico cittadino con gli echi dei clacson impazziti e via via il suono diventa sempre più rarefatto il pezzo a seguire è “sault” e cosa ve lo dico a fare? E’ un colpo al cuore! Roba davvero grossa. B.Pioulard è parte di quel cantautorato folk imbastardito con elettronica, rumorismo di sottofondo ecc. questo suo disco esce per la mitica etichetta indie Kranky che tanto per cantarcela ha fatto esordire una band canadese chiamata ‘Godspeed You! Black Emperor’. E ora basta perdere tempo in chiacchere io passo a Lasted a quel gran disco intitolato Lasted.
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