Graphic Design Worlds / Words
Posted in: UncategorizedOggi faccio un’eccezione parlando di un evento terminato da mesi e che non ho visto dal vero, il Graphic Design Worlds allestito alla Triennale di Milano dal 26 gennaio al 27 marzo 2011, riscoperto con la lettura del libro scaturito dalla mostra. E’ stato un peccato non aver partecipato a questo evento perché dopo aver letto il libro e aver visto immagini e articoli sulla mostra credo sia stato uno delle migliori iniziative per il graphic design create in Italia negli ultimi anni. Ma cosa si intende al giorno d’oggi per “graphic design”? Proprio questo è stato il tema della mostra che, invitando 33 studi italiani e stranieri a parlare del mondo e del modo in cui operano, ha voluto dipingere un quadro quanto più realistico e attuale della professione.
Ne è venuto fuori un resoconto eterogeneo, con voci anche in contrapposizione tra loro, ma tante piccole e grandi verità che gli addetti ai lavori conoscono bene e che meritavano di essere raccolte per fare lasciare un’istantanea di cosa è il graphic design ORA.
L’uso del computer, di internet, la facile riproducibilità delle opere in formato digitale e la maggiore accessibilità da parte di chiunque a programmi di disegno e fotoritocco ci ha condotto a una situazione molto diversa dal secondo dopoguerra (periodo in cui si sono poste le basi del graphic design moderno) e fare bene questo lavoro oggi significa avere innanzitutto onestà e rigore intellettuale.
Il libro Graphic Design Worlds/Words è un volumetto edito da Electa, molto denso e con poche immagini che non risulta sempre di facile lettura e non costa nemmeno poco (ben 29 euro come fa notare il blog Personal Report nel suo resoconto della mostra) ma che ho apprezzato.
D’altronde al curatore della mostra Giorgio Camuffo, uno dei nomi più autorevoli del graphic design italiano, interessava dare vita a un progetto molto concreto e professionale, per quanto il risultato si presti a diverse interpretazioni. I dialoghi tra i Camuffo e i designer interpellati, tutti piuttosto giovani e occupati in studi di dimensioni medie o piccole, danno vita a pagine fitte di esperienze, ossessioni e teorie. Gli approcci possono essere anche molti diversi a seconda degli obiettivi e del contesto, ma pur sempre leciti.
La mia personale impressione, tuttavia, è che nel nord Europa ci siano maggiori possibilità e attenzione per chi lavora con la cultura e la sperimentazione, e di conseguenza che anche il graphic designer si confronti con una realtà più semplice di quella Italiana.
Per approfondire l’argomento puoi visitare A Diary of an Exhibition, il blog non più aggiornato della mostra, e la sezione “Grazie” dove troverai il nome e il link di tutti i designer coinvolti.
Post a Comment