Elmanco all’università

Nelle prossime settimane vedrai pubblicati su questo blog alcuni articoli scritti da dei nuovi e giovani autori. Si tratta di studenti del Corso di Laurea in Design del prodotto industriale dell’Università di Ferrara, che si sono improvvisati blogger per un giorno. Due settimane fa, infatti, sono stato invitato a tenere una lezione all’interno del Laboratorio di Concept Design tenuto dal professor Massimo Iosa Ghini. Il tema finale del laboratorio è la progettazione di un flagship store, e gli studenti possono giovarsi della grande esperienza dello Studio Iosa Ghini nel retail interior design, ma il percorso didattico è fatto anche di esercitazioni a cui partecipano personaggi diversi come, in questo caso, il sottoscritto. Collaborano al laboratorio anche l’architetto e fotografo Giovanni De Sandre, che tiene il modulo di immagine e comunicazione, e l’architetto Gianluca Gimini, già autore e traduttore di alcuni articoli di Elmanco.

Non tornavo negli spazi della mia vecchia università da molti anni (mi sono laureato in architettura a Ferrara nel 2003) ed è stato emozionante anche perché per la prima volta mi sono trovato dall’altra parte della cattedra.
Tutta la giornata con gli studenti è stata incentrata su due temi: blog e design, e naturalmente come parlare di progetto sul web e sui social networks. Questi temi non sono più all’avanguardia come quando ero un fresco neolaureato e gli studenti di oggi sono molto più avvezzi a usare internet rispetto a qualche anno fa, ma c’è sempre tanto da dire perché le cose cambiano velocemente, e perché su questo terreno i futuri designer si giocheranno una bella fetta della loro visibilità e credibilità.

La prima parte della lezione ha riguardato lo sviluppo di Elmanco e un confronto tra i principali blog di design e loro differenti linee editoriali, mentre nella seconda parte gli studenti si sono esercitati sotto la guida mia e di Gianluca Gimini nella stesura di articolo adatto a questo blog.
Gli esiti sono stati molto buoni e almeno 6 degli articoli preparati dai ragazzi saranno pubblicati, ma dal mio punto di vista l’utilità è stata duplice perché gli studenti mi hanno fatto scoprire tanti siti e designer che non conoscevo ancora, e hanno messo alla prova le mie abilità e la mia convinzione nel parlare di un certo tipo di design.

L’obiettivo di un’esercitazione del genere non era solo la scrittura di un articolo per un blog, e non mi sono soffermato più di tanto sugli aspetti della scrittura, delle tecniche SEO, e di altre malizie da blogger, quanto abituare gli studenti ad analizzare un progetto di design in maniera scientifica e minuziosa, valutando gli aspetti innovativi e poetici sullo stesso piano di quelli che riguardano l’usabilità e la riproducibilità. Questo perché credo che sia la maniera migliore per un progettista di districarsi tra le sterminate possibilità che internet ci propone ogni giorno, e che rischiano di abituarci alla comoda ricerca dell’ispirazione su un monitor facendo dimenticare la necessaria concretezza che è alla base anche di qualunque paccottiglia in vendita in un discount.

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