Bridget Riley e la Optical Art
Posted in: UncategorizedBridegt Riley è un’artista inglese con una lunga carriera alle spalle, e tutt’ora di successo. La sua è una storia particolare: nacque a Londra nel 1931, figlia di padre tipografo, durante la Seconda Guerra Mondiale e fu costretta a vivere con la sua famiglia nella campagna inglese dove crebbe serenamente. Frequentò diverse scuole e studiò anche al Royal College of Art. Dopo vari lavori illustrativi iniziò a farsi conoscere con uno stile semi-impressionista ma negli anni Cinquanta suo padre subì un incidente d’auto e lei ne fu emotivamente coinvolta. Lentamente riprese a dipingere e dopo esser tornata a Londra a fine decennio nel 1958-1959 utilizzò la tecnica del puntinismo.
Ma fu dal 1960, soprattutto grazie al suo viaggio in Italia e in particolare alla visita alla Biennale di Venezia sul Futurismo, che iniziò il suo percorso nell’Op Art. Questa corrente, chiamata per esteso Optical Art, è un’arte astratta visiva nata appunto negli anni Sessanta e sviluppata negli anni Settanta che usa il principio dell’illusione ottica e dell’impressione plastica del movimento. Nasce dall’eredità del Bauhaus e del “De Stilj” e si propone anche di creare nell’utente uno stato di instabilità percettiva, di creare cioè illusioni di movimento attraverso la realizzazione di quadri studiati in modo matematico.
Altre caratteristiche del movimento sono la natura geometrica dei quadri e la loro non rappresentatività della realtà; gli elementi usati (quali colori, linee e forme) sono scelti per creare il massimo effetto visivo. La tecnica usata si basa sulla prospettiva e la corretta giustapposizione di colori e cromie; non meno importante è che gli spazi positivi e negativi hanno uguale importanza nella composizione.
Inizialmente Briget Riley lavorò solo sul contrasto bianco/nero e massimo su scale di grigio, come si vede nella mostra “The Responsive Eye” tenutasi a New York nel 1965. A questo evento partecipò anche Victor Vasarely (l’iniziatore di questa corrente che già nel 1938 dipinge “Zebra”, un quadro che anticipa questo stile di qualche decennio) ed è proprio qui che Bridget iniziò a farsi conoscere, ma solo dal 1967 inizia a indagare la teoria dei colori.
Il movimento si esaurì formalmente nel 1969, anche se dopo questa data Riley continuò i suoi studi in questa direzione: infatti, dopo un viaggio in Egitto negli anni ’80, fu ispirata dai colori dei geroglifici e esplorò il mondo del colore e del contrasto, come si riscontra nei suoi quadri successivi.
Post a Comment