Wish you were here Veuve Clicquot

Ricordo che il mio primo incontro con Veuve Clicquot avvenne quando lavoravo per il Papeete di Milano Marittima (quasi sei anni fa, che tempi!) e notai che le bottiglie di champagne venivano servite all’interno di un bellissimo portaghiaccio di colore arancio. Quell’oggetto attirò la mia attenzione innanzitutto per il colore, e poi per la forme moderne ed essenziali, molto diverse da quelle che ci si aspetta per un oggetto del genere. Mi resi velocemente conto di quale era la strategia scelta dal brand: rivolgersi a un pubblico avvezzo al lusso con un’immagine fresca e contemporanea invece di usare i toni classici che contraddistinguono gli altri produttori.

Apprezzo tutti gli accessori creati da Veuve Clicquot in questi anni, perché i progetti sono nati dalla collaborazione con eccellenti studi di design come quelli di Tom Dixon e Porsche Design. Apprezzo invece meno i prodotti disegnati per la casa francese da Karim Rashid, ma i lettori di Elmanco sapranno che non sono un grande estimatore del designer egiziano-canadese.


Un’azienda come Veuve Clicquot investe grande cifre nella comunicazione e nella sponsorizzazione di eventi culturali, sportivi e mondani in tutto il mondo. Pure in questo caso nulla di nuovo, tanti altri lo fanno, ma vedere qualcosa di arancio nelle fotografie alza sempre il mio livello di attenzione perché so che potrei scoprire qualche prodotto dal buon design.

Per conoscere meglio l’universo Veuve Clicquot è nata da poco una piattaforma web che raccoglie immani e video prese dai tanti eventi a cui è presente lo champagne francese. Il sito si chiama Wish you were here e diventerà senz’altro una bella finestra per essere aggiornati sui progetti in arancio attualmente in corso, anche perché sono stati scelti come contributor ufficiali alcuni dei migliori blogger al mondo per design e lifestyle: Notcot, Gear Patrol, Frizzifrizzi, Yatzer, Cool Hunting… insomma, Veuve Clicquot dimostra buon gusto fino in fondo.

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