Uroborodesign

Su Elmanco non parlo spesso di ecosostenibilità e di oggetti costruiti con materiale di recupero, nonostante questa sia una delle maggiori tendenze del momento e, con tutta probabilità, del futuro. Se non lo faccio non è per scelta editoriale ma perché il più delle volte i progetti di questo tipo che mi vengono proposti sono esteticamente poco riusciti, oppure sono da catalogare nella categoria artigianato, e non design. Dal mio punto di vista l’intento può anche essere nobile, ma se il risultato è poco interessante non vedo perché parlarne su un blog come questo. Uroboro è invece un’azienda che ha fatto le cose per bene: la sostenibilità è la sua ragione d’essere (usa solo cartone riciclato e gomma recuperata da camere d’aria) ma non compromette la qualità e l’originalità del progetto.

Il catalogo non è molto ampio, però Uroboro è nata solo nel 2009 ed altri modelli sono in cantiere: si tratta di arredi per la casa che chiedono al proprietario un ruolo attivo nella loro creazione. Come si vede nelle immagini, i mobili vanno costruiti incastrando tra loro elementi di varia fattura.

Il tavolino Saturno e la seduta Sombrero sono indiscutibilmente belli e valorizzano con intelligenza le caratteristiche del cartone. Anche per la lampada Bye Bye Shangai ed il pouf Nocciolina il mio giudizio è positivo, mentre mi convincono meno i prodotti ottenuti con gli scarti delle camere d’aria, sebbene il tappeto Quadrifoglio sia inconsueto e divertente.

Uroboro offre un design ricercato e contemporaneo, ideale per chi vuole vantarsi di arredare la propria casa in modo rispettoso dell’ambiente. Mi piace anche la scelta del nome, una parola di origine greca che descrive l’antico simbolo del serpente che si mangia la coda. L’ Ouroboros rappresentava la natura ciclica delle cose, ed il ricominciare dall’inizio dopo aver raggiunto la fine. Il simbolo è riproposto in maniera stilizzata anche nel logo dell’azienda, così da somigliare al simbolo universale del riciclo.

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