Think.Side No. 11

Innerspeaker

Tame Impala

Arrivano da Perth ma non sono dei canguri bensì un gruppo di ragazzi che ha mandato alle stampe uno degli esordi più interessanti degli ultimi anni in ambito rock. Per certi versi, almeno nell’uso della voce, mi sembra di sentire J.Lennon che esce dalla tomba e decide in acido di addolcire il nostro presente, infatti ho detto ‘rock’ inizialmente ma va specificato che i Tame Impala si rifanno principalmente a una certa psichedelica dei ‘60, quindi è adeguato immaginare che hanno voglia di sognare in salsa lisergica, basti vedere quanto è drogata l’immagine di copertina, quanto LSD?
Sono undici i brani che vanno a comporre innerspeaker come una squadra di calcio, il ruolo del fantasista va a Solitude Is Bliss che è il singolo quindi la punta di diamante anche se trovo Desire Be Desire Go una versione psichedelica dei Beatles con quel suo mood accattivante da canticchiare, diciamo una bel centrocampista di qualità. Nel suo insieme non ci sono pezzi che mettono in secondo piano altri, è una formazione molto compatta ed equilibrata che ha in Runway, Houses, City, Clouds una specie di summa del loro stile, qui la parola sperimentare si ripete come un mantra. I trip lasciano ricordi talvolta forti talvolta annebbiati, questo disco è nettamente più vicino ai primi senza alcun dubbio. Avere vent’anni e non sentirli, se questo è l’inizio il loro futuro potrebbe essere tra i più incisivi di sempre, ma io a vent’anni cosa facevo?

VIDEO SOLITUDE IS BLISS

Public Strain

Women

Quella fitta nevicata di copertina lascia presagire il carattere di questo secondo album dei canadesi Women. Anzitutto disco ad alto livello qualitativo che fa della dispersione, dell’oscurità, del rumorismo un suo marchio di fabbrica dal quale non se ne esce vivi se non in qualche episodio isolato che allenta la presa, decisa. Sotto un certo punto di vista sono una sorta di Velvet Underground del secondo millennio, infatti mettono le parti vocali in secondo piano rispetto al suono che è spesso tagliente come le chitarre di ‘Heat Distraction’ che fa tanto post-punk. Va dato atto alla band di essere ad un livello compositivo importante soprattutto se si pensa al genere di riferimento, quel ‘lo-fi’ che se maneggiato maldestramente può farti tanti danni e immediatamente cancellare da qualsivoglia ascoltatore talebano di musica ‘indie’. Per ricollegarci all’accostamento con la band di Lou Reed vi spingo all’ascolto di ‘eyesore’ che è senza dubbio alcuno ‘il pezzo’ per eccellenza del disco, da non tralasciare altri episodi come ‘China Steps’ dove rischiate di sentire graffi sulla pelle tanto lo sono le chitarre che lo caratterizzano, ‘Penal Colony’ è quella ballata malinconica che non ti aspetti e infine ‘Narrow With The Hall’ impasto noise lacerante.
Questo sarà uno dei dischi che verranno ricordati negli anni, è quasi inattaccabile anche dalla critica ‘puzza sotto il naso’ che cerca appigli anche sugli specchi.

VIDEO EYESORE (live)

The Way Out

The Books

Non avete mai fatto dei ‘collage’ da piccoli? Io sì, prendevo pezzi di giornali scartati dalla famiglia e mi divertivo a creare buffi articoli, così non posso non dare attenzione e visibilità a questi due ragazzi newyorkesi che definiscono il loro stile musicale ‘collage music’.
Il loro punto di forza è quel meltin pot sonoro meglio definito come ‘folktronica’ che vede appunto un saliscendi di classico folk abbinato a tappetti sintetici talvolta di stampo ‘new age’, a questo giro le parti vocali sono completamente prese da campionature come in ‘a cold freezin’ night’ dove a cantarcela è un ragazzino che vede la sua vocina ‘distorta’ da beat oscuri. Trovo che i primi due pezzi vanno a creare un ‘climax’ perfetto per introdurci all’ascolto del disco in modalità ‘fai di me quello che vuoi’, ‘Group Autogenics’ è un reading con istruzioni per l’uso mentre ‘I Didn’t Know That’ introdotta dalla strumentale ‘IDKT’ è l’esempio pratico più concreto per far capire cosa si intende per ‘collage music’ un continuo passaggio fra fusion,rock,pop e quello che vi pare. Ci sono comunque episodi più ‘tradizionali’ come in ‘Thirty Incoming’ dove fanno il verso agli Animal Collective o in ‘Free Translator’ che è folktronica d.o.c.
Non è ancora finita la benzina, sentiremo ancora parlare di questa combo e dei suoi mischioni sonori.

VIDEO A COLD FREEZIN’ NIGHT

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