Letter Setter Workshop
Posted in: UncategorizedIl 6,7 e 8 marzo ho partecipato al workshop Letter Setter, sotto la guida dei type designer Alessio D’Ellena e Joseph Miceli.
Il tema del workshop era il processo di costruzione dei caratteri tipografici, con l’obbiettivo di stampare dei poster usando un font originale ideato nel corso dei 3 giorni.
Il workshop si è tenuto a Ravenna nell’ambito del festival dell’editoria Fahrenheit 39, un evento dove torno sempre volentieri perché è una delle migliori occasioni per vedere grafica di qualità in Romagna. Fahrenheit 39 seleziona progetti innovativi e di ricerca, anche tra gli studenti delle migliori scuole europee, per creare un festival/fiera molto interessante per i professionisti del settore.
Ciononostante era la prima volta che partecipavo a uno dei workshop organizzati durante il festival, e l’esperienza si è dimostrata veramente costruttiva e piacevole, con risultati sorprendenti considerando il breve tempo a disposizione e la diversa esperienza e provenienza dei partecipanti.
Letter Setter è stata una summa di tipografia: come nasce un font, quali regole deve rispettare, e a cosa fare attenzione per giudicare un buon lavoro.
Ho già studiato questi argomenti in passato, ma non possiedo una competenza specifica; il workshop mi ha permesso di fare una breve full immersion in materia, molto utile per i futuri lavori di grafica e per vedere sotto una luce diversa i loghi disegnati in passato.
Creare un font originale, completo di tutti i caratteri, glifi e punteggiatura è un lavoro lunghissimo, che può richiedere mesi o anni, perché oltre alla sensibilità artistica è indispensabile un’ottimizzazione ingegneristica del più piccolo elemento tipografico; tre giorni, tuttavia, sono sufficienti per assaggiare le problematiche di un simile lavoro.
Dopo alcune esercitazioni, a volte crudeli ma educative, siamo passati alla progettazione e alla costruzione di timbri in Adigraf per stampare le lettere con l’inchiostro. Abbiamo costruito i caratteri usando un numero limitato di stampi, e una parte importante del percorso progettuale è stato individuare delle primitive ripetibili per le diverse lettere senza che il risultato finale apparisse modulare e schematico, ma comunicasse invece una certa emozione e sensibilità.
Trascorrere qualche giornata lontani dal computer, usando solo con le mani per disegnare e ritagliare gomma e cartoncini, è stato un esercizio salutare che ci ha ricordato quali possibilità creative possano scaturire solamente lavorando in questa maniera, e come le tecnologie disponibili in passato hanno influenzato le forme e i segni che oggi consideriamo familiari.
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