Contemporary (Lucienne) Day

Dopo aver rivisto l’estratto del documentario Contemporary Days – The Designs of Lucienne & Robin Day (2010) diretto da Murray Grigor, non si può non parlare dell’importante ruolo che ha avuto Lucienne Day nel design britannico a partire dagli anni 50’. Il suo successo è attinente anche alle teorie di William Morris, grande riformatore del design, in particolare al concetto di “art for the people”, in cui l’arte (e tutto ciò che ne deriva) suscita gioia a chi la produce, in quanto veniva fatta dal popolo per il popolo. Lucienne Day è stata una guida per il design tessile a partire dalla metà del Novecento, traeva spunto per i propri lavori dalle combinazioni di forme organiche con modelli ispirati alle pitture astratte di Kandinsky e Mirò. 

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Uno dei suoi lavori più noti è il “Calyx” (calice astratto), creato per il Festival of Britain del 1951, ha decorato i saloni di molte case inglesi. Il pattern, composto da “fluttuanti” cuspidi e forme che ricordano il cappello di un fungo, con una nuova interpretazione delle forme naturali, è stato serigrafato su tela; la colorazione originale comprendeva il giallo ocra, l’arancione, il nero e il bianco, su di uno sfondo olivastro.“Calyx” è stato seguito dal pattern “Flotilla”, una composizione di figure astratte appartenenti al mondo marino.

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Per le sue creazioni ha reinterpretato la tradizione decorativa inglese recuperando motivi legati alla natura, piante, fiori e paesaggi, restituendoli completamenti trasformati, grazie anche all’influenza subita dal tedesco Paul Klee (esponente dell’astrattismo). Numerosi i premi ricevuti: l”International Design Award dell”American Institute of Decorators nel 1952, e il Gran Premio della Triennale di Milano nel 1954, nel 1962 è stata insignita del Royal Designer for Industry (RDI), quinta donna a ricevere questo premio legato all’eccellenza artistica raggiunta nel lavoro di produzione industriale. Celebre è anche la sua collaborazione con Heal’s Fabrics, che si è prolungata per oltre un ventennio.

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Col finire degli anni 50, il suo design divenne sempre più lineare, con un richiamo ai dipinti di Ben Nicholson e alla ceramica del designer svedese Stig Lindberg. In una delle sue ultime interviste al quotidiano “Scotsman” affermò che il buon design deve essere comunque accessibile, e riguardo alla pittura moderna preferì incidere le sue aspirazioni nei tessuti e non su tela, per il semplice motivo di voler rendere il proprio lavoro visibile a tutti ma soprattutto utilizzabile dalle persone stesse.

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La collaborazione creativa con il marito, Robin Day, durata più di cinquanta anni, è stata celebrata nella primavera del 2011 in una mostra “Robin and Lucienne Day: Design and the Modern Interior”presso la Pallant House Gallery di Chichester , città dove si erano trasferiti nel 2000; essa sancisce la fama di due tra i più noti designer inglesi del dopoguerra, veri precursori del design contemporaneo.

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